Le mura che crollano,
i baci non dati o dati male
le parole non dette
l’industria quattro punto zero
il salva-vita che scatta, differenziale troppo basso
la cinematica diretta
gli orti sinergici e le case di balle di fieno
I figli non avuti,
lo scarico otturato dai peli e sabbia e polvere
il business plan e le commesse da aprire
l’idea di vivere su un’isola lontana a coltivare stevia e nutrirsi d’amore
gli oceani plastificati e le tartarughe che muoiono
i ghiacci che si sciolgono
le crisi di governo
i poveri cristi in mezzo al mare
le cene a tema
le diete dissociate
il meglio il treno che l’aereo ma-dipende-dove-devi-andare
i no zucchero no grassi idrogenati no olio di palma
i sempre connessi
l’astragalo a pezzi
e il collaterale mediale che lo segue a ruota
i solo di basso e i riff di chitarra che non so ancora suonare
i tuoi occhi fragili e quelli miei un po’ nevrotici
le gare di triathlon
le cascate di ghiaccio
le palestre di roccia
un 5a un 6c e un 7f
il bevo e fumo solo nelle occasioni
i top manager e i supertennici
tra movimenti bottom-up e top-down, meglio scansarsi
il gomagutta con cui avrei voluto colorare le mie passioni
l’ultima app che dice quando respirare
il chilometro zero e l’economia circolare

Ma qui, adesso, ci siamo solo io
e il silenzio del mondo
immutabile, perenne
che fa tabula rasa
dei mille pensieri
Il tutto si fa niente
Ma è un niente che è somma di tutto
Riempie il vuoto e infonde pace alle membra
Da quassù mi sento meno inadeguato alla vita